Il lavoro del futuro (prossimo)
“Da grande farò l’astronauta!”
Alzi la mano chi, da bambino, può affermare di averlo detto (o sentito dire da un fratello/compagno/cugino/varie ed eventuali) almeno una volta.
A partire dagli anni ’60, da quando scienza e tecnologia spinsero l’uomo fin sulla Luna, in molti avranno sognato un futuro tra le stelle, affascinati da quello che appariva come il lavoro più anticonvenzionale e futuristico che avrebbero mai potuto immaginare, incantati (ed incalzati) dalle epopee spaziali narrate dalle prime serie fantascientifiche cinematografiche e dal potenziale tecnologico dei primi personal computer che iniziavano ad entrare nelle case.
In meno di mezzo secolo -non serve raccontarlo- la tecnologia è cambiata e con essa il mondo del lavoro che si è evoluto abbracciando nuovi mestieri, modificandone o facendone scomparire altri, aprendo le porte ad un futuro in cui secondo gli esperti “l’ibridazione delle competenze” sarà la chiave del successo. E per dare un nome a ciascuno di questi nuovi mestieri occorrerà fare ricorso a lunghe perifrasi in cui acronimi, anglicismi e componente digital rappresenteranno sempre più spesso una costante: questione di naming, potremmo dire.
Le professioni più richieste in ambito digital
È proprio dalla dimensione digitale delle nostre vite che nascono e si sviluppano nuove professioni, sempre più richieste dal mercato e dalle aziende per emergere nell’oceano di immagini e parole del web. Tra queste, non sorprende la domanda crescente di SEO Specialist, gli specialisti dell’ottimizzazione dei siti web, il cui compito spazia dalla creazione di contenuti efficaci che rispondono alle esigenze di ricerca degli utenti all’analisi dei competitors e dello scenario per portare i siti ai primi posti dei risultati dei motori di ricerca.
E se un sito è in grado di rispondere ai bisogni di un mercato, parte del merito va ai Digital Strategist, gli strateghi della comunicazione digitale, abili nell’indicare alle aziende dove e come essere presenti in ambito digital, disegnatori delle strategie di successo di quei progetti che meritano di essere indirizzati ai giusti target, nei giusti tempi, con i giusti mezzi.
Restando in ambito management, se da un lato si fatica a contare il numero di profili Linkedin che si presentano con la qualifica di Social Media Manager, dall’altro una delle figure professionali sulla quale sarà sempre più importante scommettere saranno i Community Manager, il cui ruolo non si limita alla gestione delle community digitali di un brand (per le fasi di ingaggio, ascolto e risposta) ma ad un livello più profondo sono fondamentali per il monitoraggio e l’ottimizzazione della brand reputation.
Perché (finalmente) ci si è accorti che non serve necessariamente “soffrire, per chi bello vuole apparire”, ma diventa sempre più importante essere presenti in maniera dinamica, interagire e riparare per tempo ad eventuali crisi di reputazione online (e offline).
E-commerce Specialist e Narrowcaster: quando il cliente è al centro di tutto
E ancora: il 2020 è stato l’anno in cui molte realtà commerciali hanno abbracciato, per causa di forza maggiore, nuove strategie di vendita dei propri servizi, spostando sull’e-commerce la propria attività. Crescono e saranno sempre più importanti gli E-Commerce Specialist, consulenti del commercio online per le strategie che accompagnano i potenziali clienti nel funnel di vendita, trasformandoli da contatti a clienti fedeli di un brand.
E poichè quanto più il target è generico tanto più c’è il rischio di non comunicare a nessuno, sarà sempre più importante creare contenuti personalizzati e targettizzati sul pubblico di potenziali interlocutori: nascono così i Narrowcaster, specialisti della differenziazione del messaggio per tipologia di utente.
Tra le professioni in crescita ci sono poi i Bring Your Own IT Facilitator, responsabili dell’integrazione di nuove tendenze digitali e innovative negli ambienti di lavoro e gli Etichal Sourcing Officer, per il monitoraggio e la negoziazione di forniture di beni e servizi in accordo con le politiche di responsabilità sociale e sostenibilità dell’azienda.
Il lavoro che cambia
Guardando alle professioni classiche c’è chi è pronto a scommettere sulla figura degli avvocati virtuali, per dirimere controversie legali tra cittadini residenti in giurisdizioni legali differenti. Mentre in ambito medico con il necessario sviluppo della telemedicina come prassi consolidata per consulti a distanza e monitoraggio quotidiano dei pazienti, ci sarà bisogno di AI-Assisted Healthcare Technician, infermieri in grado di usare strumenti digitali basati su intelligenza artificiale per l’assistenza da remoto. Ben diverso dal “dottor Google”.
Quel che è certo è che per un mondo che diventa sempre più complicato in cui entro i prossimi 5 anni più della metà delle attività lavorative sarà svolta dalle macchine, non saranno solo i lavoratori a doversi preoccupare di migliorare le proprie abilità, ma anche le aziende che dovranno cercare nuovi modi per attirare forza lavoro senza dimenticare l’importanza della componente umanistica in ogni settore.
Addio, quindi, al “sogno dell’astronauta”? No, di certo.
Ma sicuramente in un futuro in cui si prospetta lo spazio non più come mera meta di esplorazione, ma di turismo (e, c’è chi dice, di vita), nulla esclude che nasceranno nuove figure professionali specializzate in architettura e design spaziale: alla SICSA, il Centro di Architettura Spaziale dell’Università di Houston, già da tempo si progettano soluzioni abitative ecologiche da realizzare su Marte e veicoli per esplorazioni turistiche. Ça va sans dire.