Direct marketing: La comunicazione mirata, il ritorno.
Erano gli anni 90 quando abbiamo scoperto il mondo del below the line e del direct marketing. I nostri colleghi si cimentarono in una tecnica utile non solo nel business to business ma preziosa nella gestione dei clienti.
Due soli gli strumenti: il mailing e il telemarketing.
Professionisti come Antonio Caponnetto, Kelly Gaule,Daan Schiff, Italo De Mas, Mattia Camellini ci hanno spiegato che, partendo da una corretta ed attenta gestione delle liste, era possibile allestire una metodologia per una gestione efficace ed efficiente della comunicazione.
Ed io stesso ho imparato ad usarli. Sono entrato nel mondo della comunicazione dalla porticina del marketing diretto prima di sbarcare nel pianeta dell’advertising; quello – per intenderci – dove si effettuavano quindi investimenti. Per alcuni anni ho vissuto dedicandomi solo e soltanto alla comunicazione mirata con soddisfazioni qualitative (una Freccia d’oro) e quantitative, e con il vantaggio di operare per i clienti delle agenzie di comunicazione.
Ho imparato ad usare il door opener, le parole chiave, ad elaborare script telefonici, a costruire liste e a trasformarle in database, a usare gli inserti, gli allegati, le card (oddio le card) i coupon e le newsletter.
E ho imparato a scrivere una lettera capace di suscitare interesse e conseguire attenzione. Una tecnica raffinata e sottile in cui parole sono pezzi di una scacchiera.
DEM, un nuovo futuro è possibile?
Poi è arrivato il web, le mail, le community sui social, l’e-mail mktg. E con essi un sistema incredibile e un po’ perverso di tracciamento delle informazioni. Con il risultato di affollare prima la cassetta postale, poi la posta elettronica, poi il cellulare e il fisso.
E oggi?
Si possono avere opinioni diverse in merito.
Ma io sospetto che, dopo lo tsunami dell’on line, possa risultare utile recuperare la logica del tangibile, del cartaceo, dal calore della scrittura personalizzata in antitesi del freddo dell’impersonale.
Ammetto che tornare sui propri passi non sia una scelta rivoluzionaria. Ma a volte può essere utile.
Ed efficace.
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