Come la pandemia ha accelerato la digitalizzazione
La notizia è questa: oltre mezzo milione di siti web con domino .it sono nati nell’arco del 2020. Effetto lockdown? Certamente. O almeno in parte.
Nell’ultimo anno si è parlato spesso di “nuova normalità” derivata dagli effetti che l’emergenza sanitaria ha provocato sul sistema sociale ed economico mondiale. E questa nuova normalità ha riguardato, tra i vari aspetti, quello che potremmo definire l’imperativo digitale: la pandemia ha mostrato in maniera evidente l’importanza che la rete e internet rivestono nelle nostre vite ed ha inciso profondamente sull’accelerazione dei processi di innovazione e digitalizzazione di professionisti e aziende. Tout court, essere presenti online non è più un optional, ma un’esigenza.
Nuove realtà digitali
Secondo i dati di Registro.it, l’organismo responsabile della gestione dei domini internet a suffisso .it, elaborati dall’Istituto di informatica e telematica del CNR, soltanto nel mese di aprile 2020 sono stati registrati 66.313 nuovi siti con suffisso .it (+ 44% rispetto ad aprile 2019) a cui si sono aggiunti nel mese di maggio altri 59.474 siti (+28% rispetto a maggio 2019).
In totale a fine 2020 il bilancio è stato di 592.821 nuovi siti con dominio .it, con un aumento di volume complessivo del +13,2% rispetto all’anno precedente.
È interessante osservare come il picco di registrazioni si sia verificato nei mesi di aprile e maggio, a un mese dall’inizio del lockdown. Mentre il Paese viveva una fase di stallo in attesa dell’inizio della “fase 2”, Internet offriva l’opportunità a molte attività di sopravvivere, letteralmente.
La possibilità di vendere 24/7 e di ampliare la platea di pubblico svincolandosi dai confini geografici rappresentano da sempre i motivi principali per cui è importante aprire il proprio shop online. La pandemia ha convinto anche molte attività “local” ad organizzarsi in tal senso, favorendo modelli di acquisto di prossimità con annessi servizi di delivery o click&collect.
Si stima che siano stati oltre 2 milioni i nuovi consumatori clienti di eCommerce e che la vendita di beni o servizi mediate siti web sia raddoppiata. Una conseguenza logica della “nuova normalità” a cui i modelli di vendita e consumo si sono giocoforza adeguati. Con successo, bisogna aggiungere.
Non solo eCommerce
Ma c’è un altro dato, forse ancora più interessante, che emerge dall’analisi dell’Iit-CNR: dei nuovi siti, circa 30.000 riguardano attività di liberi professionisti, la cui presenza digitale è aumentata del 35% in un solo anno.
Dunque, non solo shop. Lo stravolgimento della vita quotidiana lavorativa ha spinto studi di professionisti e freelance a riconsiderare globalmente i propri canali di comunicazione: finita l’epoca della stretta di mano e del biglietto da visita, anche una semplice landing page può fare la differenza per i propri affari.
Quando un’azienda chiama, Moscabianca risponde!
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